INTRODUZIONE
L’attività tradizionale del designer, intesa come progettazione di oggetti per la produzione industriale, è divenuta una strada sempre più stretta, quasi impraticabile.
La prospettiva di lavoro si è oggi frammentata in molteplici percorsi e tra questi quello dell’auto-produzione e vendita diretta di serie limitate di oggetti è quasi obbligata, sia per la sopravvivenza economica che per quella creativa.
L’esigenza di un’ etica ecologica nel produrre, fortemente percepita da chi è coinvolto nel ciclo di vita di un prodotto, e che non è quasi mai rispettata dalla produzione seriale, determina un’altra condizione che spinge il designer a sviluppare progetti industrialmente impraticabili ed a “prototipare” i propri oggetti.

IL SITO
Il sito di Officina WooDo nasce da queste due istanze: la crescente difficoltà di lavorare con le aziende (e con terzi, in generale) e dallo stimolo di presentare progetti che possa sviluppare più liberamente, attingendo motivazioni nello sviluppo dell’idea non solo nella fase progettuale ma anche in quella esecutiva, e nel rispetto di criteri etico-ambientali ai quali non voglio derogare (ogni oggetto è accompagnato da una scheda che illustra l’impatto ambientale nelle varie fasi di lavorazione).

IO
Io –Raoul Bretzel- in particolare come designer ho percorso una strada tutt’altro che rettilinea, dedicandomi non solo al design ma anche a progetti artistici, progetti nel campo dei beni culturali e a realizzazioni scenografiche.
Comunque, mettendo insieme i frammenti della mia attività “ufficiale” di designer posso annoverare la presenza di una mia lampada prodotta dalla Bilumen nella collezione di design del Museum Of Modern Art (MOMA) di New York dal 1995; la reiterata partecipazione al Salone Satellite (Salone del Mobile di Milano); l’esposizione di miei progetti anche all’estero, nonchè numerose publicazioni su riviste nazionali e internazionali.
Una menzione a parte dedico al progetto Capsula Mundi realizzato con Anna Citelli che nella sua accezione più tretta è un progetto di design vero e proprio (in quanto ri-disegno di un oggetto, seppur inconvenzionale), ma con tali e tante implicazioni sul piano etico, morale e filosofico, che è stato percepito ed è diventato a tutti gli effetti un progetto artistico (non per questo meno concreto..). Per i curiosi: www.capsulamundi.it

ATTUALITÀ
Attualmente sto sviluppando la mia ricerca sulle possibilità del legno. Il legno come materiale tradizionale (sto riprendendo -anche per dimensioni - alcuni mobili della tradizione) e il legno come mezzo espressivo moderno.
Una riflessione tra questi due ambiti del materiale mi ha portato ad alcune considerazioni sull’aspetto formale, ritenendo che in qualche maniera si sia oggi ridotta l’esigenza di perfezione estetica presente nella tradizione. Nell’attuale panorama di oggetti con materiali sintetici, esteticamente perfetti – compresi quelli in legno di produzione industriale-, il legno attraverso le sue imperfezioni, il suo andamento irregolare in cui è assente la linea retta o il piano speculare, risveglia in noi una sopita esigenza di comunione con il mondo naturale, anzi biologico... L’imperfezione formale diviene capacità comunicativa del materiale.
Non sarà comunque il solo materiale con cui mi cimenterò…